Siamo ben lieti di annunciare con orgoglio e speranza per il movimento che il comitato speciale dell’Unesco, radunatosi a Port-Louise, capitale delle Mauritius, ha stabilito “il suo contributo al dibattito internazionale su questioni legate all’ingiustizia, alla resistenza, all’amore e all’umanità”; la MUSICA REGGAE.
Per l’agenzia delle "Nazioni Unite" i principi "socio-politici" e "spirituali" costantemente richiamati nelle "canzoni", avrebbero negli anni alimentato le coscienze dei popoli, educandoli al riconoscimento di valori fondamentali quali l’amore, la giustizia e la fratellanza.
Nato negli anni ’60 sulle spiagge della Giamaica, il genere reggae si é via via affermato in tutto il mondo.
Associato a "melodie caraibiche e alla religione rastafariana", la principale fede religiosa giamaicana, il reggae si accinge presto a diventare un vero e proprio stile di vita capace di contaminare vecchie sonoritá e creare nuovi generi musicali, come per esempio in primis il punk e il rap, in Gran Bretagna e anche negli Usa passando.
Dalla dancehall al raggamuffing, alla roots reggae al dubbing (Version); messaggi di pace e di amore fraterno tra uomini e popoli sotto un unico stile la "REGGAE MUSIC", diffondendo una eco di solidarietá e speranza a livello globale.
Un’onda che a distanza di anni non smette mai di incantare e seminare i suoi frutti. Ma anzi, sembra adesso conquistare i migliori riconoscimenti.
Da "Bob Marley a Peter Tosh", passando per "Gregory Isaacs a Jimmy Cliff", Lee Perry and The Upsetters ai Congos; tenendo conto della moltitudine di altri artisti pionieri del tempo e del momento, grazie a loro da oggi questo movimento è stato dichiarato "patrimonio" dell’Unesco, diventando così parte dei tesori culturali globali delle "Nazioni Unite". Ritenuto quindi degno di "protezione e promozione".
Ci serve ancora, serve a tutta l’umanità, per mettere davvero in sintonia il respiro e il battito del cuore, per farci cantare la rabbia e l’amore dentro di noi.
Il reagge è nato in Giamaica ed è, sostanzialmente, una musica contemporanea, la parola che definisce il genere è stata usata per la prima volta da "Toots Hibbert" nel 1961, in un singolo intitolato "Do The Raggay", ma le sue radici sono più antiche, legate alla musica degli schiavi africani deportati dall’isola dagli europei, a quella degli indiani Arawak che la abitavano e furono sottomessi.
Quindi allo stato embrionale la musica reggae era la voce degli emarginati, la musica è ora riprodotta e abbracciata da un'ampia sezione trasversale della società, compresi vari generi, gruppi etnici e religiosi" cantando gli stessi diritti pur essendo così diversi.
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