NBA Trip:North West Division

NBA Trip

North West Division



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Terminiamo il viaggio on the road attraverso le 6 Divisions che compongono la lega NBA.

Lo facciamo approdando nella Nord Ovest Division, una di quelle che potrebbe riservare sorprese lietissime e regalare formazioni in grado di impensierire le grandi.

Piccole squadre costruite negli anni e che adesso potrebbero raccogliere i frutti del lavoro eccelso svolto anno dopo anno, anche in condizioni e ambienti non facili e con scarso appeal come Salt Lake City e Denver.

Le squadre

  • Denver Nugget
  • Oklahoma City Thunder
  • Portland Trail Blazers
  • Minnesota Timberwolves
  • Utah Jazz

  • Partiamo da quelle che, nonostante il raggiungimento dei playoff, sono state forse le 2 compagini che più hanno deluso lo scorso anno.

    Minnesota e OKC non hanno retto il peso delle aspettative e sono implose su se stesse miseramente uscendo di scena precocemente e senza battagliare.

    Oklahoma è la squadra che più di tutti dovrebbe mangiarsi la mani per il suo recente passato.

    Basti pensare che fino a 3 anni fa in questa squadra convivevano 3 dei 10 giocatori più forti della lega ovvero Westbrook, Harden e Durant.

    E' rimasto solo il primo mentre è curioso constatare come gli altri 2 siano stati rispettivamente MVP della regular season e dei Playoff della scorsa stagione, segno che allontanarsi da Oklahoma sia stata la scelta giusta.

    In molti si chiedono quanto Westbrook sia decisivo aldilà delle stratosferiche statistiche che riesce a mettere in campo.

    In tanti hanno analizzato il suo modo di giocare, riscontrando una dedizione all'individualità e all'accrescimento dei propri record personali a scapito della squadra. E' indubbio che 12 mesi fa a quest'ora i Thunder erano visti come i potenziali favoriti insieme a Rockets e Warriors per la vittoria finale, salvo poi crollare partita dopo partita. Melo Anthony non si è mai ambientato e Paul George è parso in sofferenza nella convivenza con Westbrook. Quest'anno è stato sacrificato Melo ed è arrivato il tedesco Dennis Shroeder. Troppo poco per sperare in una sterzata ma sicuramente una presa di coscienza dei limiti mostrati. Obiettivo semifinali come minimo risultato accettabile.

    Minnessota dal canto suo ha centrato i playoff dopo tanti anni ma non è bastato a rendere la stagione soddisfacente.

    Quando in panchina metti un guru difensivo come Thibodeau e hai un quintetto mostruoso con Teagu-Butler-Wiggins-Gibson-Towns devi provare a fare qualcosa di più che qualificarti all'overtime dell'ultima partita di regular season contro Denver.

    Molto deludente la stagione, ancor più deludente la gestione tanto da scatenare le ire di Jimmy Butler che in Estate ha chiesto il trasferimento.

    Si attendono notizie in tal senso e rumors vorrebbero Butler verso Miami.

    Vedremo.

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    L'anno scorso a Denver si è sfiorata l'impresa. Una squadra costruita per dare fastidio e che aveva visto Millsap infortunarsi per circa 50 partite è riuscita a tenere un ritmo altissimo grazie all'esplosione inattesa di Jamal Murray ed alla conferma che Nikola Jokic è un colosso unico ed inarrivabile.

    Quest'anno la squadra è stata confermata in blocco con l'aggiunta di una scommessa di quelle che fanno gola. La scommessa si chiama Isaiah Thomas, un piccoletto scomparso dai radar nell'ultima fallimentare stagione ma che 12 mesi fa era stato tradato niente di meno che per Kyrie Irving, a testimonianza del valore indiscusso dell'ex Celtics.

    Quest'anno non solo i playoff sembrano possibili ma una discreta posizione in regular season potrebbe voler dire un quarto di finale con squadre di pari livello da sfidare ad armi pari.

    Anno di conferme anche per Utah che anno dopo anno è riuscita a stupire il mondo grazie a pesche miracolose al draft ed una strategia tecnica e gestionale invidiabile.

    Sono stati rivalutati giocatori come Crowder e Rubio e gente come Favors e Gobert sono divenuti negli anni dei giocatori temibili e rispettati in tutta la lega.

    Il coniglio dal cilindro pescato l'anno scorso si chiama Donovan Mitchell il quale nel suo anno da rookye ha dimostrato di non avere nulla in meno ai più blasonati coetanei Tatum e Simmons.

    A conclusione di questo viaggio troviamo i Portland Trail Blazers, squadra che da anni orbita ai playoff ma che non riesce a fare mai il salto di qualità complice anche il cap ingessato che non permette l'acquisizione di qualche ala di livello da affiancare alla coppia di dinamitardi costituita da Damien Lillard e CJ McCollum oramai da anni veri e propri gemelli del canestro al pari degli Splash Brothers.

    Il viaggio intorno alle divisions NBA termina qui ma non termina il viaggio attraverso la NBA che spero possa continuare ad allietarvi settimana dopo settimana.



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    Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.



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