In moltissimi attendevano la seconda stagione di Westworld spasmodicamente, con una vibrante sicurezza che essa sarebbe stata qualcosa di indimenticabile.
La prima stagione si era chiusa con un cliffangher notevole che aveva rimescolato le carte e dato il là alla rivolta degli androidi nel tentativo di autodeterminarsi ed espandersi oltre i confini del parco.
Forse un hype cosi grande lo si era respirato negli ultimi anni solo per le ultime stagioni di Game Of Thrones, non a caso di marchio HBO e non a caso il metro di paragone in termini di potenza produttiva ed espressiva di Westworld.
In molti al termine della seconda stagione hanno parlato di piccola delusione o almeno di ridimensionamento della serie di Lisa Joy e Jonhatan Nolan.
Ma è stato davvero cosi?
Impossibile dirlo senza cadere nel gusto soggettivo perchè se è vero che la seconda stagione è stata in generale più confusa è anche perchè la serie ha provato a spingersi oltre, allargando le varie storyline, aggiungendone delle altre ed introducendo nuovi personaggi.
Fare tutto ciò in sole 10 puntate è impresa titanica anche per le sapienti menti dietro Westworld e non deludere quando tutto il mondo ti aspetta è impresa ancor più difficile.
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Ecco perchè forse è meglio provare a comprendere che cos'è davvero Westworld, cosa c'è dietro di essa, cosa rappresenta nel panorama televisivo e quanto, infine, essa sia praticamente irriproducibile da chiunque altri non sia HBO o il parco sceneggiatori dietro di essa.
Chi altri potrebbe permettersi una quantità ed una qualità di effetti speciali come quelli che abbiamo visto?
Forse solo Game Of Thrones.
Chi potrebbe riuscire ad incastrare una storia cosi ambiziosa ed universale in una cornice paesaggistica cosi maestosa come quella della Monumenti Valley?
Spaziamo tra lande desolate e promontori degni di un film di Leone con una disinvoltura paurosa, ci vengono introdotti scenari del Samurai World e della Savana ed interni ipertecnologici con una facilità che quasi ci fa dare per scontata tanta magnificienza.
Chi potrebbe permettersi il lusso di caratterizzare pienamente almeno 10 personaggi rendendoli di fatto tutti coprotagonisti della grande storia del parco?
William, l'uomo in nero, Delos, Dolores, Teddy, Abernhaty, Maeve, Ford, Bernard, Il sistema, Stubbs, Akecheta, Lee, Charlotte ed Elsie non sono forse tutti, con minutaggi e pesi diversi, dei protagonisti che conosciamo molto bene?
Quale altra serie è riuscita nel tempo ad abbinare un'azione cosi fitta dettata da un ritmo cosi serrato a delle tematiche cosi complesse come il Bene ed il male, l'immortalità, la mortalità, l'emancipazione ed il libero arbitrio?
Forse Person of Interest, manco a dirlo altra creatura di Nolan, ma li mancava l'impianto produttivo che Westworld invece ha.
Ci sono serie che possono oggi dire di avere a disposizione un cast anche solo simile a quello di Westworld?
La risposta è ovviamente no.
Trovare nella stessa serie Anthony Hopkins, Ed Harris, Evan Rachel Wood, Jeffrey Wright, Tessa Thompson, Ben Barnes, Thandie Newton, James Mardsen e tanti altri attori che in altre serie sarebbero protagonisti fa impallidire tutto il resto.
Esiste al momento un progetto, in giro per il mondo, che possa anche solo avvicinare in termini di costi di produzione ed ambizione la serie di HBO?
Ancora una volta forse solo Game Of Thrones ma lì lo sforzo è totalmente incentrato sulla componente action-fantasy mentre in Westworld si prova ad abbinare anche una ricercatezza narrativa e filosofica che ha pochi eguali.
La seconda stagione ha regalato tutto questo, lo ha elevato, ergo non può essere considerata una delusione, in nessun universo, in nessun tempo o luogo dello spazio.
E allora come mai alcuni fan e addetti ai lavori son sembrati essere respingenti nei confronti del season 2?
Il motivo non può che risiedere in una ripetizione di alcune tematiche già viste nella prima stagione ed in una rappresentazione troppo complessa di quanto narrato.
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Westworld chiede tanto, forse troppo allo spettatore.
Perdere 90 secondi di una qualsiasi puntata della serie è come perdere intere puntate di altri prodotti. Si rischia di perdere il filo. Ricordare e provare a capire dove siamo, quando siamo e con chi siamo è molto sfidante per lo spettatore.
Se nella prima stagione questa caratteristica era apparsa evidente ma resa sopportabile dall'elemento novità, nella seconda stagione l'effetto sorpresa è fisiologicamente scemato e in molti hanno iniziato a trovare la serie poco comprensibile, a meno di un impegno sopra la media da parte di chi guarda.
Dunque il problema, forse, non è stata una diminuzione della qualità della serie ma una percezione diversa dello spettatore.
Ci sono stati almeno 4 episodi che potrebbero essere messi in un cassetto per poi farli rivedere fra 100 anni in una futuristica accademia del cinema e della tv per poter dire orgogliosamente:
guardate nel 2018 l'essere umano cosa era capace di raccontare!!
The Riddle of Sphinx ed Akecheta sono 2 episodi simil-filler che resteranno per sempre nella storia della tv, mentre il season finale è un film lungo 90 minuti dove succede tutto il contrario di tutto senza però entrare mai in contraddizione ma anzi scatenando più di un applauso e di effetto sorpresa graditissimo, il tutto sempre all'interno di un contesto tecnico da brividi.
Is there really such a thing as free will or it's only a collective delusion?
Nella seconda serie si va ancora più a fondo al tema del libero arbitrio, le attrazioni si trovano di fronte alla difficile scelta di "invadere" il mondo degli umani perchè come dirà Dolores:
Non esiste nulla di paragonabile alla realtà
o di vivere in pace nella gabbia dorata che gli umani hanno costruito agli androidi per vivere in pace nel loro mondo.
Si affronta il concetto di immortalità con la splendida storyline legata a William ed a James Delos.
Il tema della sicurezza dei propri dati che qui viene trasposta in un hackeraggio della mente e della vita di ogni host.
Una digressione dopo l'altra per provare ad uscire dal labirinto, per riuscire a trovare l'ingresso verso un nuovo mondo.
Critiche o meno la serie ha conquistato ben 21 nominations ai prossimi Emmy Award.
Tra nominations, dialoghi splendidi, paesaggio mozzafiato, prove attoriale sontuose e misteri da far perdere il sonno ci adagiamo sul triplo cliffhanger che conclude la terza stagione, con tanto di mistero assoluto per la scena dopo i titoli di coda.
Davvero tutto questo per qualcuno potrebbe equivalere ad una delusione?
Se cosi fosse allora forse sarebbe il caso di rinchiudere nel parco i cosiddetti delusi e lasciarli in un angolo della Forgia a chiedersi:
Is this present or is this past?