Nella giornata di ieri pomeriggio sono state annunciate le nominations per i prossimi Oscar. Erano molto attese per via di un livello molto omogeneo dei film in odore di nomination e anche perchè di titoli che hanno fatto gridare al capolavoro quest'anno pare ce ne fossero stati pochi.
C'era molta attesa anche per capire se dei film "commerciali" avrebbero sfondato una delle ultime barriere losangeline riuscendo ad calcare il tappeto rosso da protagonisti.
L'attesa è stata ampiamente ripagata con una serie di scelte abbastanza sorprendenti e tanti piccoli limiti abbattuti per la prima volta.
Il caso più eclatante è stato quello di "Black Panther", primo blockbuster supereoistico ad essere candidato per statuette che non fossero tecniche. Per il film della Marvel sulla Pantera Nera ben 7 nomination fra cui quella per miglior film. Una grande serata per il popolo afroamericano che oltre a fregiarsi di aver portato i fumetti all'Oscar grazie proprio al primo eroe Afroamericano protagonista assoluto di una pellicola Marvel, vede finalmente premiato il talento di uno dei suoi figli prediletti: Spike Lee.
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Il regista newyorchese, nonostante il suo pedigree da campione ed il suo curriculum impressionante, non aveva mai ricevuto alcuna nomination.
L'accademy corre ai ripari, in un anno particolarmente violento a causa di scontri razziali sempre più forti in tutto il mondo, dando spazio ad un film che ci riporta ai tempi del KKK con Blackkklansman. Miglior regia e miglior film ed un totale di 6 nomination per il figlio di New York.
6 nomination come quelle accumulate da Green Book che per molti doveva essere il film di punta di questa rassegna e che invece finisce per essere depotenziato. Anche qui il popolo afroamericano può ritenersi soddisfatto grazie alla nomination come miglior attore per quello che ad oggi è forse uno degli attori più in voga ad Hollywood: Mahersala Ali.
Si resta aldifuori dei confini americani per decretare il vincitore assoluto della giornata delle nominations. "Roma" di Alfonso Cuaron ottiene ben 10 candidature grazie alla sua pellicola in bianco e nero, vincitrice a Venezia grazie al racconto del Messico, del quartiere messicano in cui Cuaron fu bambino. Storia di grande cinema, senza effetti speciali o dialoghi logorroici e dove a parlare sono i sentimenti viscerali che albergano in ognuno di noi.
Appaiato a 10 candidature un altro film con alla regia un non americano (nell'america dell"America First" un bello smacco"), quel Lanthimos che ha fatto breccia con "La Favorita" grazie al trio delle meraviglie Weisz - Stone - Colman.
Poco dietro Adam McKay ed il suo osannatissimo "Vice" con 8 candidature. Stesso numero per un altro fenomeno di questa rassegna. "A Star is born" entra prepotentemente in lizza con Bradley Cooper e Lady Gaga in corsa come migliori attori. Grande soddisfazione per una pellicola che doveva essere solo un trionfo commerciale. Da una cantante che domina le classifiche odierne ad uno che le ha dominate per decenni. Anche "Bohemian Rhapsody" sembra essere piaciuto con 7 candidature importanti e tante speranze di vedere Rami Malek trionfatore.
Pochi dubbi su quale possa essere il vincitore del miglior film straniero con "Cold War" che ha raccolto ben 3 nomination tra cui anche quella per miglior film.
Sul fronte delusioni, inutile nascondere una certa insoddisfazione per il trattamento riservato a "First Man" di Chazelle che ha ottenuto 4 nominations tecniche ma è fuori da quelle che contano. Per un film fatto benissimo e di grande successo critico e commerciale pare essere una bocciatura abbastanza inaccettabile. Basti pensare che Christopher Nolan si sia congratulato personalmente e pubblicamente con Chazelle per il capolavoro messo a segno.
Una nota a margine che va assolutamente segnalata, per finire.
Netflix è forse la vera trionfatrice. Non se ne parla molto in giro ma la piattaforma di streaming ha prodotto il film più nominato "Roma" e ha prodotto "The Ballad of Buster Scruggs" dei fratelli Coen. Quest'ultimo film nasce come serie tv in 6 miniepisodi che sono confluiti in un film che per sua natura è risultato un ibrido, una sperimentazione che a giudicare dalle 3 candidature deve aver fatto breccia.
Tante novità e tanta incertezza per una notte degli Oscar che si presenta forse per la prima volta in tanti anni senza un dominatore assoluto.