Fabrizio De Andrè
Top 10
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Vi era un tempo in cui se le tue canzoni erano lunghe e lente non venivi "passato" alle radio e non eri considerato nè un cantante ne un poeta.
Poi arrivò Fabrizio De Andrè.
La sua Genova, i suoi amori, la sua Sardegna, il rapimento. Il continuo muoversi da un tema all'altro accompagnato dalla sua chitarra e dalla sua sigaretta.
Un uomo libero, un principe libero come in molti lo hanno definito. Oggi è storia della cultura italiana, lui che era cantante ma anche poeta, artista ma anche cronist, un narratore sublime della vita di oggi e di ieri, di vizi e virtù, di memorie e di sogni.
#10- Hotel Supramonte (Fabrizio De Andrè - 1971)
Non è una delle Hit che mettereste nella vostra playlist eppure il ritmo adagio e la dolcezza con cui il poeta contemporaneo ci porta verso, dentro e fuori all'Hotel Supramonte meritano una menzione.
#9- Dolcenera (Anime Salve - 1996)
Una canzone in dialetto ligure che pure riesce a parlare un linguaggio universale grazie ad una musicalità ed un testo mozzafiato.
#8- Via Del Campo (Volume I - 1967)
Una delle canzoni più genovesi di De Andrè questa.
Un altro grande ritratto della sua città o meglio della nostra città. Tutto quello che De Andrè scrive è come sempre universale e questo testo non fa di certo eccezione.
#7- Il testamento di Tito (La buona novella - 1970)
Lunghissima canzone, impegnata, irreale, a tratti sarcastica e di certo pungente.
Il grido ateo di un cristiano appassionato o viceversa. Semplicemente uno sfogo orgoglioso e come sempre intelligente verso dogmi e costrizioni che incatenerebbero chiunque anzichè liberarlo.
#6- Don Raffaè (Nuvole- 1990)
Non solo Genova, non solo Sardegna.
Con questa canzone ammiriamo un De Andrè "napoletano", rinchiuso in carcere a gustare un caffeè doc, quello di Cicirinella.
#5- Il Pescatore (Volume III - 1968)
Una delle sue canzoni più note e di sicuro una delle più coverizzate.
Travolgente e come sempre evocativa ci porta all'ombra dell'ultimo sole...
#4- La canzone di Marinella (Volume III - 1968)
Era un De Andrè agli albori quello che scrisse questa canzone struggente per una ragazza passata a miglior vita.
Ci volle però l'interpretazione di Mina per far si che questa canzone passò dall'essere bellissima ad essere famosissima, lanciando di fatto la carriera di Fabrizio.
#3- La guerra di Piero (Volume III- 1968)
Combattiamo guerre da secoli. Uomini comuni perdono la vita in nome di ideali apparentemente alti. Si combatte per qualsiasi cosa ma di fronte da un lato e l'altro del fucile vi sono appunto uomini con divise di un altro colore e obbligati ad ammazzarsi. Perchè è cosi inevitabile e soprattutto è davvero cosi inevitabile?
#2- Canzone dell'amore perduto (Canzoni- 1974)
Come sempre il cantautore genovese riesce ad essere malinconico e pungente parlando di amore. Amori mai banali, amori veri, amori perduti che fanno male e bene, che fanno soffrire e sognare. Nessuno meglio di lui ha saputo narrare il lato oscuro dell'amore intrecciandolo con il lato più luminoso e questa poesia è il risultato più splendente di questa superba commistione.
#1- Bocca di Rosa (Volume 1 - 1967
Non è solo poesia pura questa canzone ma è un qualcosa di incredibile che riesce a trasmettere nitidamente delle immagini di quello che De Andrè sta raccontando. Lui tratteggia Bocca Di Rosa mentre noi facciamo scorrere nella nostra mente immagini di fantasia che pure sembrano tratte da un film del miglior Fellini.
Surreale.
Perso tra le montagne di Twin Peaks mi ritrovai ad Albuquerque dove un furgone mi trasportò a Westeros e a Westworld successivamente dove ritrovai una cabina telefonica inglese con un Dottore pronto a giocare a Basket o a Calcio con me e a parlare di sociale, politica, futuro, persi come fossimo sull'isola di Lost.