Bancarelle e Addobbi

Anche se è trascorso molto tempo, ricordo distintamente che quando percorrevo il marciapiedi di una strada cittadina parecchio frequentata, notavo inevitabilmente una bancarella che restava montata stabilmente e sulla quale nel corso dell'anno si alternavano con regolarità le merci caratteristiche delle diverse ricorrenze stagionali.

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Le maschere e le trombette comparivano sulla bancarella in previsione del Carnevale, seguite dalle primaverili composizioni floreali e dalle uova di Pasqua. Appena la temperatura registrava un lieve innalzamento, i soliti venditori ambulanti esponevano i salvagenti, le palette e i secchielli per giocare in riva al mare durante le vacanze estive. Inspiegabilmente riuscivano a vendere ai distratti clienti di passaggio degli oggetti che già allora sembravano antiquati ed obsoleti. Con la riapertura delle scuole sulle lunghe tavole della bancarella comparivano i quaderni, le matite colorate, qualche cartella ed il materiale di cancelleria. L'attività più frenetica, però, si registrava con l'esposizione e il commercio degli alberi, delle palle e degli addobbi natalizi.

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Le lucine colorate e il resto del materiale in questo periodo occupavano molto più spazio del consueto e una illuminazione continua ed abbagliante prendeva il posto della deprimente penombra abituale. Probabilmente non ho mai acquistato alcunché presso la “bancarella di Natale”, tuttavia, qualche volta sarà capitato anche a me di curiosare, come tutti, tra candeline, chincaglieria varia e stelle filanti di cui, in realtà, non avevo affatto bisogno.

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Eppure, nonostante siano ormai del tutto superflue, con l'approssimarsi della festa più importante dell'anno, le bancarelle continuano ad affollarsi specialmente di frettolosi clienti dell'ultimo minuto, e, nell'immaginario collettivo, rappresentano ancora un simbolo della festa e del tradizionale spirito consumistico del Natale.


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Testo e fotografie di adinapoli (s). Le fotografie sono di proprietà dell'autore.

ENG
Even though it's been a long time, I distinctly remember that when I walked along the sidewalks of a very busy city street, I inevitably noticed a "bancarella" that remained stably mounted and on which the characteristic goods of the various seasonal occurrences alternated regularly over the course of the year. The masks and the trumpets appeared on the stall in anticipation of the Carnival, followed by spring flower arrangements and Easter eggs. As soon as the temperature registered a slight rise, the usual street vendors exposed life jackets, pallets and buckets to play on the seashore during the summer holidays. Inexplicably they managed to sell to the distracted customers passing objects that even then seemed outdated and obsolete. With the reopening of the schools on the long tables of the stand appeared the notebooks, colored pencils, some folders and stationery. The most hectic activity, however, was recorded with the exposure and trade of Christmas trees, balls and decorations. The colored lights and the rest of the material in this period took up much more space than usual and a continuous and dazzling illumination took the place of the usual depressing half-light. Probably I never bought anything at the "Christmas stall", however, sometimes I will have also looked around, like everyone, including candles, various trinkets and streamers that, in reality, I did not need at all. Yet, despite being completely unnecessary, with the approach of the most important festival of the year, the stalls continue to crowd especially of hasty last-minute customers, and, in the collective imagination, still represent a symbol and the traditional consumerist spirit of Christmas.

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