Back home. Tornare a casa

Tornare a casa.

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Gli stessi odori (olezzi di umanità o profumi sublimi), gli stessi gesti, i soliti treni della Circumvesuviana con i tabelloni delle fermate ormai consunti ma che tutti conoscono a memoria, i sedili grigi dalle rifiniture rosse, le pareti beige imbrattate di disegni con bombolette spray.

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Ogni fermata, un gesto familiare, un percorso noto.

Decadenza e trasandatezza, ricchezza di spirito e rassegnazione. Con, peró, un desiderio mai del tutto infranto che le cose migliorino.
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Una luce, una speranza racchiusa nell'ottimismo e scaramanzia che inevitabilmente devono avere persone che vivono su una terra che ribolle, ai piedi di un vulcano assopito, ma sempre potenzialmente esplosivo.

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E riconosci volti, persone. Invecchiate, cresciute, più stanche, più sagge, più belle o più brutte. Ma il senso di familiarità è sempre lo stesso.
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Un legame inspiegabile con l'aria che respiri, condivisa con chi ti circonda. C'è sempre un senso di comunità che altrove ti manca.DSC_0629.JPG

Una malinconia, una nostalgia per qualcosa che conosci tanto bene e ti appartiene così profondamente.
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Photo: Nikon D3100/55-200 mm

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