La strana moda dei megabunker tra i miliardari - The strange megabunker trend among billionaires [Multilanguage]

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Immagine di vector_corp su Freepik

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PARANOIA O ANTICIPO DEGLI EVENTI?

Qualche giorno fa, durante la solita lettura della rassegna stampa quotidiana, la mia attenzione è stata rapita da un paio di notizie in particolare. Sulla prima, molto meglio glissare, perché, come disse Massimiliano Allegri il giorno della sua conferenza stampa d'addio alla Juventus nel 2019, "l'esempio ve lo potrei fare, ma verrebbe giù tutto", ma sulla seconda mi piacerebbe aprire alcuni spunti di riflessione.

Pare infatti che diversi miliardari, che siano essi provenienti dal mondo della finanza, dell'intrattenimento, della politica o dello sport, stiano provvedendo in quest'ultimo periodo alla costruzione di imponenti bunker sotterranei. Il trend era già iniziato a dire il vero da qualche anno, ma solo a partire dai primi mesi del 2023 questo ha subito un'accelerazione poderosa.

La domanda che si pone l'articolo tuttavia è quella più classica e che probabilmente ognuno di noi reciterebbe a questo punto della storia: perché lo stanno facendo? I "grandi" della Terra sono a conoscenza di qualcosa che noi, 99% dei poveri mortali, ignoriamo? E la cosa più "divertente", se così la vogliamo definire, è che il tutto non è stato trattato sul giornalino della parrocchia o sul sito di qualche noto "complottista", ma sulle colonne di Repubblica[1], il secondo quotidiano italiano per tiratura e diffusione.

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indeciso42, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Ergo, la cosa si fa un tantino più seria. Sia chiaro, non ho cambiato la mia opinione sul giornalismo italiano, che a mio modesto avviso ritengo in tutti i settori aver raggiunto un infimo livello (l'Italia è al 41° posto nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter sans frontier)[2], ma ciò non toglie che in ogni giornale si possa celare qualcosa di interessante, molto spesso in maniera inversamente proporzionale al grado di diffusione della notizia.

Apprendiamo così che il caso più eclatante riguarda il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che in un'isola delle Hawaii ha iniziato l'anno scorso la costruzione sotto la sua residenza di un enorme bunker da cinquecento metri quadrati. Al suo interno, tutto il necessario per sopravvivere almeno un anno, compreso cibo, acqua e fonti di energia indipendenti.

Ma non è tutto, perché il bunker privato di Zuckerberg farebbe parte di un progetto molto più ampio, sviluppato in oltre seicento ettari di terreno. Una specie di cittadella, edificata nell'area naturale di Ka Loko, che lo stesso CEO di Meta Inc. ha acquistato nel 2014. Al suo interno vi sarebbe spazio per ospitare, in alcune decine di unità abitative, circa 100/150 persone, con tanto di particolarissime case edificate totalmente sugli alberi e collegate tra di loro per mezzo di ponti.

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The White House from Washington, DC, Public domain, da Wikimedia Commons

Al progetto, il cui costo avrebbe raggiunto diverse centinaia di milioni di dollari, partecipano numerosi lavoratori, vincolati da strettissimi accordi di segretezza. Sembra che i pochi che abbiano osato lasciar trapelare qualche dettaglio a riguardo della costruzione, siano non solo stati licenziati in tronco, ma raggiunti anche da cause milionarie.

Paura di una drammatica escalation dei conflitti che stanno infiammando il mondo? Voglia di non farsi trovare impreparati di fronte al possibile dilagare della cosiddetta "Malattia X"[3], di cui già si è iniziato a parlare all'interno delle relazione dell'OMS? Tratti di "sana" paranoia? O più semplicemente un modo per impiegare l'infinità di soldi piovuta sulla loro capoccia?

Al momento non se ne sa molto di più e ogni ipotesi può trovare la sua schiera di seguaci, ma l'argomento sembra piuttosto interessante e degno di essere seguito con attenzione in futuro. Anche perché, a questo punto, forse vi starete chiedendo: e se anche io volessi un posto in uno di questi rifugi, come dovrei fare?

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Immagine di Freepik

Le strade che si aprono di fronte sono essenzialmente due: costruirselo con le proprie mani, in un terreno di proprietà, dopo aver messo in contro una lunga trafila burocratica e una spesa che può andare dai trentamila ai novantamila euro[4], o prenotare un posto in uno di quelli già pronti.

Scordatevi di finire in lista Zuckerberg però, a meno di non possedere qualche aggancio con personaggi delle alte sfere, ma se vi accontentate di scalare una marcia potreste accaparrarvi il diritto di occupare una delle diecimila abitazioni sotterranee della Vivos Group, che sta costruendo delle vere e proprie arche di salvezza in diverse zone del mondo[5].

Per entrare in lista occorre innanzitutto passare lo screening iniziale, poi tirar fuori dai trentacinquemila ai cinquantacinquemila dollari, a seconda del tipo di abitazione richiesta. Sono previsti sconti per chi è dotato di competenze particolari, dato che ogni gruppo di rifugi verrà collegato tra loro per formare delle vere e proprie comunità.

E voi? Ci state pensando oppure scegliete di rimanere fatalisti, di godervi la vita giorno per giorno, senza troppo preoccuparvi del futuro?

Statemi bene, alla prossima!

Riferimenti:

1 - Articolo di Repubblica

2 - Classifica per Paesi sulla libertà di stampa RSF

3 - OMS sulla Malattia X

4 - Costi realizzazione bunker

5 - Progetto Vivos Group

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