Serie A, analisi della 5^ giornata [Multilanguage]

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Una recente formazione dell'Inter, capolista in Serie A alla quinta giornata. Werner100359, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

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INTER SENZA AVVERSARIE?

Cinque vittorie in altrettante partite: è questo il ruolino di marcia dell'Inter in questo avvio di stagione, nella quale i nerazzurri sembrano sempre più candidati al ruolo di principali favoriti per la conquista dello scudetto. Nonostante la prestazione non proprio brillante di San Sebastián in Champions League, nella quale gli uomini di Inzaghi sono riusciti ad acciuffare il pareggio soltanto negli ultimi minuti, la formazione meneghina si è rivelata abile nel ricalibrare testa e corpo sul campionato, andando a cogliere un meritato successo in quel di Empoli.

Anche la nuova chiamata di Andreazzoli sulla panchina toscana, al posto dell'esonerato Paolo Zanetti, non ha potuto arginare troppo la differenza evidente tra le due squadre. L'Inter ha raccolto probabilmente meno di quanto seminato durante i novanta e rotti minuti di gara, ma sul bellissimo goal partita, realizzato da Federico Di Marco, aleggia il sospetto di una posizione attiva di fuorigioco del compagno Bastoni, piazzato a pochi passi dal portiere avversario e in piena traiettoria di tiro.

Si presume che in sala VAR abbiano controllato la posizione di Bastoni, giudicandolo al di qua dell'ultimo difendente (portiere escluso) dell'Empoli, ma è piuttosto singolare il fatto che nei vari replay non sia stato proposto alcun preciso fotogramma della situazione, che certificasse la bontà della rete. In ogni caso, vittoria assolutamente netta e meritata, seppur macchiata dal grave infortunio muscolare patito da Arnautovic, che rischia di lasciare l'Inter piuttosto corta in attacco almeno fino a gennaio.

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Marko Arnautović, Ardfern, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Siamo solo all'inizio di un torneo lungo trentotto giornate, di conseguenza le indicazioni di settembre potrebbero anche non essere confermate a marzo e nei mesi più caldi, ma ad oggi l'unica squadra che dispone delle carte valide per insidiare l'Inter sembra coincidere con l'altra realtà milanese, i cugini del Milan, strapazzati tuttavia dai nerazzurri solo una settimana fa (5-1) nel derby.

Dopo il pareggio casalingo a reti bianche ottenuto con il Newcastle, nell'esordio della più surreale Champions League della storia rossonera (conquistata nonostante il quinto posto dell'anno scorso), gli uomini di Pioli hanno confermato il loro periodo di difficoltà nella gara interna contro il Verona, battuto soltanto di misura e non senza soffrire, grazie ad un goal realizzato nei primi minuti da Leao.

Poche le emozioni della gara, con i padroni di casa più impegnati a non prendere il goal del pareggio che a chiudere la partita. In buona sostanza tre punti preziosi, soprattutto perché giunti in un momento di scarsa brillantezza, che consentono ai rossoneri di rimanere al secondo posto in scia dell'Inter, a quota dodici punti, ma Pioli dovrà lavorare parecchio se vorrà colmare il gap con i cugini e dimostrarsi un avversario credibile nella lotta al titolo.

Avversario che, come i tifosi bianconeri da tempo sospettavano, non potrà essere la Juventus, almeno fin quando rimarrà sottoposta alla "cura" del peggior allenatore della Serie A, tal Massimiliano Allegri da Livorno. Dopo un avvio che aveva lasciato ben sperare, Madama è ricaduta nei medesimi errori visti nei due precedenti anni di gestione di acciughina, sciogliendosi come neve al sole alla prima difficoltà.

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L'allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri. Kirill Venediktov, CC BY-SA 3.0 GFDL, via Wikimedia Commons

A Sassuolo la squadra ha perso molti più nettamente di quello che dice il 4-2 finale. Si è visto un approccio alla gara insufficiente, gambe incapaci di correre quanto quelle degli avversari, nonostante il presunto vantaggio di non dover disputare competizioni infrasettimanali, e un'infinità di errori tecnici che non accadono nemmeno nei campi dei dilettanti, dovuti in buona parte ad un inspiegabile atteggiamento svagato (per usare un eufemismo).

Una distrazione che regali un goal agli avversari ci può anche stare, ma se si ripete tale pratica quattro volte all'interno della stessa partita, evidentemente è sintomo di come la spia rossa dell'avaria faticherà a spegnersi a breve.

Probabilmente poco sarebbe cambiato nel caso in cui Berardi avesse visto sventolare di fronte alla sua faccia, sul risultato di 2-1 per gli emiliani, il meritatissimo cartellino rosso per il piede a martello sulla tibia di Bremer , ma se alla Lazio hanno addirittura indetto un silenzio per lamentarsi di un goal poi rivelatosi regolare, forse sarebbe il caso di iniziare a far sentire al propria voce, o di episodi come questo e di vergognose campagne stampa basate sul nulla se ne verificheranno, anche quest'anno, a palate.

Tornando al campo, qualcuno dice che la squadra abbia mollato l'allenatore (voce peraltro che va avanti da due anni), altri che la colpa vada ricercata nelle solite dichiarazioni fuori luogo di Allegri, tendenti ogni volta a smorzare gli entusiasmi e a sminuire il valore della rosa quando le cose vanno bene (in modo da salvare sé stesso dalla prossima inevitabile figuraccia), ma comunque stiano le cose, se da Torino non hanno ancora capito che con un personaggio del genere non si può ambire ad altro che alla mediocrità, evidentemente meritano un altro anno di umiliazioni.

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Rudi Garcia, ai tempi in cui era allenatore della Roma. romazone, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons

Le cose non vanno troppo meglio ai campioni d'Italia del Napoli, che con il pareggio di Bologna rimangono ancorati a quota otto, addirittura due punti dietro alla Juventus, né alle due squadre romane, ancora in crisi di risultati e fermate sul pareggio da Monza (Lazio, solo quattro punti in classifica) e Torino (Roma, un punto sopra, a quota cinque).

Che con Garcia alla guida della macchina perfetta creata da Spalletti il Napoli potesse perdere qualche colpo, era un qualcosa messo in preventivo anche dal più ottimista dei tifosi campani, ma forse in pochi pensavano ad un cambio così brusco rispetto al calcio dominante visto sotto il Vesuvio fino allo scorso maggio. La squadra sembra smarrita, confusa e innervosita, gli uomini chiave faticano oltremodo a trovare il loro livello abituale e la piazza comincia a dare qualche segno di malcontento.

Domani sarà già tempo di sesta giornata, con l'anticipo tra la Juventus e il sorprendente Lecce di Roberto D'Aversa, solitario al terzo posto in classifica, a quota undici punti, che condivide con l'Inter il primato di imbattibilità. Lo stadio di Torino si presenterà un'altra volta silenzioso, per l'assenza degli ultras (sempre impegnati in una patetica lotta con la società) e la pressione si riverserà tutta sugli uomini di Allegri. Non si escludono sorprese (ammesso che una vittoria salentina lo sarebbe veramente).

Statemi bene, alla prossima!

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