Valparaiso: la città dei murales

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Arriviamo a Valparaiso di domenica nel tardo pomeriggio dopo circa 6 ore di bus (ovviamente non sapevamo che si doveva per forza passare per Santiago e no, non ci siamo fermati nella capitale!). Alloggiamo all'Hostal La Casa Azul, originale, tra il vintage e il moderno, abbarbicato alla fine di una delle innumerevoli scalinate del città.

Andiamo subito a fare una passeggiata e la prima impressione è davvero deludente! E' tutto chiuso, vabbè che è domenica ma per essere la città più famosa del Cile è davvero strano! Non c'è nessuno per la strada, gli edifici sono trasandati e non manca immondizia in ogni dove. E pensare che il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità già dal 2003.







Per fortuna il giorno dopo decidiamo di partecipare a un tour organizzato dall'Associazione "Tour4tip" la cui iniziativa è quella di far conoscere Valparaiso da chi la vive e la ama e poi farsi pagare in proporzione a quanto ti è piaciuto il tour. Una bella iniziativa, no? Cosi passiamo 3 ore con Andrea, la nostra guida, studentessa universitaria, divertente e appassionata, che ci fa vedere la città con i suoi occhi fieri di essere portena (ovvero persona che vive in una città portuale). Ci racconta che Valparaíso è oggi il secondo porto del Cile, dopo San Antonio. Prima dell'apertura del Canale di Panama, nel 1914, era il primo porto accessibile dopo Capo Horn, quindi tappa obbligata per gli europei diretti in California alla ricerca dell'oro. Sembra che la città sia stata battezzata dai marinai italiani che, vedendo questi luoghi così belli, li chiamavono "la valle del paradiso". Dopo l'apertura del Canale di Panama, ovviamente, potendo dimezzare il viaggio, nessuna nave fece più il lungo tragitto a sud, quindi Valparaiso poco alla volta divenne una città decadente e trascurata.







Lo sviluppo urbano di Valparaíso fu fortemente segnato dalla geografia e della sua posizione: la baia e le ripide colline attorno hanno costretto l'uomo ad una costruzione architettonica innovativa, con gli edifici colorati arrampicati come edera sui colli attorno, con una disposizione ad anfiteatro.
Quando Valparaìso era un porto di fondamentale importanza intorno alla metà del 1800, la sua popolazione raddoppiò in pochi anni e mentre i ricchi commercianti europei vivevano al porto, nella parte pianeggiante della città, i marinai, invece, vivevano sulle colline. Erano persone povere e costruivano le loro case con pezzi di recupero e con le lamiere delle barche ridipinte di vari colori.













Ma quello che caratterizza di più le case e qualsiasi edificio della città sono i murales, ovvero l'arte di strada, l'arte di dipingere sui muri disegni, messaggi, poesie. I primi graffiti iniziarono a vedersi sui muri di Valparaiso intorno al 1970, nell'epoca della dittatura di Pinochet, usati come forma di espressione contro il regime.

Molti murales che invadono la città sono anonimi, altri, invece sono di artisti famosi, primo fra tutti Inti, “Sole” in lingua Quechua, artista cileno di Valparaìso che atraverso le sue opere vuole enfatizzare l’identità culturale del suo paese.











Andrea chiacchiera de los cerros, che sono come dei quartieri, di arte e di storia. La città si distribuisce su 42 piccole colline, chiamate cerros, che si possono raggiungere con antiche funicolari, oppure, camminando o facendo le scale: Valpo, così amichevolmente chiamata, è tutta un saliscendi che tiene in forma i suoi abitanti. Tra i più belli ricordiamo Cerro Concepción e Cerro Alegre, per passeggiare godendosi i panorami, fermandosi a gustare qualche empanadas, perdendosi tra i vicoli e rilassandosi tra le bancherelle artigianali.








La nostra esperta guida ci indica alcuni posti dove bere la chicha morada (bevanda leggermente alcolica cilena) da veri cileni, e ci conquista facendoci assaggiare i migliori alfagores (dolcetti tipici sud americani) della città. Si vede nei suoi occhi il suo orgoglio di vivere qui e di trasmettere alle persone non il decalogo della top ten da fare come turisti, ma l'amore per le piccole cose, per la storia, per gli angoli più significativi per i cileni, per avvicinarci di più a conoscerli meglio. Le lasciamo una buona mancia perchè se lo merita proprio!







Insomma, non cambiamo completamente idea sulla prima impressione che abbiamo avuto, ma alla fine della giornata abbiamo una visione diversa di Valparaiso, come di un vecchio marinaio che mai stanco racconta le storie del suo glorioso passato.


















Le foto sono dell'autore.

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