Volare oooooo

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Il viaggio è lungo, con ben 2 scali e come avete già capito non sono proprio la persona più serena del mondo. Il tratto Venezia – Roma è passato senza troppi drammi, solo un male alle orecchie da piangere, per mettermi alla prova! E poi 5 ore a Roma di attesa quasi sufficienti per dimenticarsi che è solo l'inizio. Infatti un pensiero sordo si insinua nella mia mente, di nascosto. Cammino un po’, mi siedo, mi alzo, guardo qualche vetrina, mi risiedo, mi rialzo. Vado in bagno, guardo tutte le rughe del viso allo specchio, passeggio di nuovo, sprofondo nella sedia. Guardo fuori dalle grandi vetrate e vedo gli aerei in partenza e tutt'un tratto è come se sapessi per la prima volta che salirò su un veicolo volante che starà in aria per 14 ore o giù di li e non respiro più.



Paura di volare? Nooooooo, chi ve l’ha detto? Cammino nervosamente su e giù, se mi stanco magari ci penso meno, se conto i passi come contare le pecore magari mi addormento. Mi siedo e dondolo come una persona autistica, con tutto rispetto, avanti e indietro, con gli occhi sbarrati ma non vedo niente, non sento niente. Paura di volare? Nooooooo, cosa ve lo fa pensare? Non è la prima volta, so come funziona, so che sono solo pensieri senza senso e che l’aereo è il mezzo più sicuro del mondo. Ma … perché non andiamo per nave? certo sarà un po’ più lunga ma sai che esperienza! chissenefrega se abbiamo già pagato profumatamente i biglietti, fermiamoci qui qualche mese, ci sono così tante cose da vedere a Roma! Come? Io volevo ballare il tango? No, mai pensato davvero, impariamo il flamenco, facciamo una pazzia, olè! Implodo, faccio anche un testamento approssimativo, meno male che non ho praticamente niente da lasciare. E se poi sto male? Neanche un finestrino si può aprire ti rendi conto? È come una cassaforte di cui nessuno sa la combinazione. In una mongolfiera almeno respiri aria fresca, certo se piove te la prendi…


(Ande tra Cile e Argentina)

Hanno chiamato il volo? No, ti sbagli, no ti prego lasciami qui. Vai tu, ti divertirai lo stesso, incontrerai un sacco di gente. Staccare le dite una ad una dalla sedia è una sofferenza (e anche abbastanza vergognoso). Prima però devo andare in bagno, devo prendere tempo, devo trovare una via di fuga, ma sono pietrificata e la guardia del corpo non mi molla. Piangendo consegno il biglietto alla hostess. Tutto bene? Mi chiede. Ti pare tutto bene, stiamo salendo su un aereo, come ho potuto dire di si, ma lei è felice e sorridente, che ne sa lei delle catastrofi interiori? Brian mi sistema nel mio posto, mi allaccia la cintura e mi stringe la mano. Sarà fantastico, mi dice, e io mi immagino le spaccate di Heather Parisi di quand’ ero piccola. L'aereo si muove, il cuore si ferma, è il punto di non ritorno: niente ripensamenti. Ma chi me l’ha fatto faaaaareeeeee?

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