Siamo appena entrati nel mese tradizionalmente dedicato al ricordo dei defunti (almeno nella nostra cultura).
I cimiteri delle nostre città in questi giorni si animano come non mai e, seppur io ho sempre visitato con interesse e rispetto i cimiteri, quest’anno questo luogo, per me , si riempie di ulteriori significati.
I cimiteri e le tombe dei nostri cari altro non sono che un ponte tra noi e loro e per questo abbiamo il bisogno di visitarli, onorarli, depositare dei fiori.
Certo non tutti amano frequentare i cimiteri e tanti ancora lo trovano superfluo.
Le questioni che in ognuno di noi nascono e si rilevano prepotenti e inaspettate nel momento della perdita di una persona cara sono molto varie e differenti e comunque tutte meritevoli di rispetto.
Resta però evidente l’enorme umanità che questi luoghi raccontano e che si può osservare nelle varie frasi lasciate sulle tombe, nei piccoli oggetti lasciati a corredo delle tombe, nella gentilezza e amorevolezza delle composizioni floreali e perché no, anche nella loro trascuratezza.
Luoghi ricchi di piccole e grandi opere d'arte e/o d'amore... musei a cielo aperto capaci di regalarci sempre dei minuti di rara serenità.
Non per nulla i viaggiatori dell'ottocento , nelle loro guide e racconti di viaggi, dedicavano sempre un capitolo alla visita dei cimiteri. Anche il turismo culturale, legato alla vistita di questi luoghi, propone mete imperdibili: Parigi, con i suoi tanti cimiteri, Genova, con Staglieno, Bologna con la Certosa. Sono alcuni esempi famosi ma, credetemi, ogni paese piccolo o grande, nel cimitero conserva un quadro della vita della comunità locale .
E sempre e sempre leggeremo in questi luoghi la nostra storia, personale e collettiva.
Nessun altro animale costruisce i cimiteri e onora i propri defunti.
Fateci caso.