IL MONDO DELLE API: LE API DEL MAROCCO

IL MONDO DELLE API: LE API DEL MAROCCO, INIZIATIVE GOVERNATIVE PER LA SALVAGUARDIA DELL’”APIS MELLIFERA SAHARIANA” E FAVORIRE UNA MODERNA APICOLTURA

Riprendiamo, in questa rubrica del “mondo delle Api”, la conoscenza e la scoperta delle diverse specie di Api Mellifera che vivono, impollinando la stragrande maggioranza di piante e fiori sulla nostra terra.

L'ultima volta ci siamo lasciati che eravamo in terra di Sicilia, lì abbiamo conosciuto da vicino l'Apis mellifera siciliana, una specie che si sta cercando di rintrodurre in purezza, perché minacciata di ibridazione e di estinzione.

Con questo post, continuiamo il viaggio scendendo ancora più giù ma rimanendo nell'ambito del mar Mediterraneo. Andremo in Africa occidentale, nell'area del Maghreb e più precisamente in Marocco.
Terra bagnata a nord dal mar Mediterraneo, a Sud Est confinante con l'Algeria, a Sud delimitata dal mare di sabbia del deserto del Sahara, ad Ovest contenuta dall' Oceano Atlantico.

Si caratterizza per essere un territorio prevalentemente montuoso, con vette che superano i 4 mila metri: la catena montuosa del Rif, nella parte più mediterranea del territorio, la catena dell'Atlante che unisce da sud-ovest a nor-est tutto il Marocco.
E' un territorio dove coesistono diversi microclimi: un clima di tipo Mediterraneo sulle coste, continentale lungo la catena dell' Atlante e desertico a sud. Le temperature vanno dai 14° dei mesi invernali ai 22/23° in estate con punte fino a 45°, nelle zone desertiche del Sahara con elevate escursioni termiche tra giorno e la notte.

In questo habitat, dal clima temperato e mite lungo le coste, torrido e rovente verso il sud del Paese , caratterizzato da inverni molto freddi ed umidi o addirittura polari attorno alla catena dell'Atlante, da luoghi dove sono frequenti ed abbondati le precipitazioni o dove al contrario non piove quasi mai, vivono le nostre tre specie di Apis Mellifera di origine africana che siamo venuti a trovare e conoscere:

  • L'Apis mellifera intermissa, detta anche Ape del Magreb. La possiamo trovare in Algeria, Marocco e Tunisia. Ha una livrea scura e la tendenza a sciamare. Non molto aggressiva, è una buona produttrice di miele. Soffre il clima freddo mentre ben si adatta al clima mediterraneo;
  • l'Apis mellifera major, che una variante genetica dell' intermissa. Si distingue da questa per avere una ligula lunga (la ligula non è altro che la lingua delle api, simile ad una proboscide, dovuta alla fusione tra la parte mandibolare superiore e inferiore, con la quale aspira il nettare dal calice del fiore). E' presente nella parte Nord Est della catena dell'Atlantide;
  • l'Apis mellifera sahariana, l'Ape del sahara, o ape gialla, ha il suo habitat naturale tra le oasi del deserto meridionale nella regione di Tilat. Il territorio, ad un' altitudine di 700 metri sul livello del mare, nella parte sud dell'Alto Atlante, ha una ricca vegetazione di palme alimentate dalle acque dei fiumi Oued Ziz e Oued Gheris. Di dimensioni medie, non aggressiva, si caratterizza per avere una divisa giallo-rosso e gli ultimi anelli neri. Anch'essa ha una lunga ligula, misura circa 8 mm, che gli consente di fare grandi provviste di nettare.
L'Apis mellifera sahariana, a differenza delle altre due, offre risultati soddisfacenti in termini di produzione del miele. In questa parte del Marocco, ha potuto vivere senza essere contaminata da altre specie ibride grazie al suo isolamento geografico, ma questa specie, su cui conta molto il Governo del Regno del Marocco, è minacciata dalle calamità naturali, quali l’avanzata del deserto e quindi aumento della siccità, l’azione endemica delle cavallette, dalla conseguente diminuzione del numero delle colonie.

In Marocco l'economia derivante dal mondo dell'Apicoltura e diffusa in molte regioni del Regno ed è di estrema importanza. Le famiglie fanno uso quotidiano di miele per preparazioni alimentari e mediche. In tutto il territorio sono presenti oltre 500.000 alveari e si stima siano impiegati in questo settore circa 110.000 addetti, tra apicoltori (si valuta che ve ne siano circa 54.000) ed operatori dell'indotto.
La pratica apistica diffusa, è dovuto ad una notevole diversità di flora, si contano circa 7000 specie vegetali. Nel suo territorio estremamente eterogeneo, troviamo piante tipiche del Mediterraneo, foreste di eucalipto che si estendono per circa 220.000 ha, frutteti di agrumi e rosacee (circa 74.000 ha), e su un’estensione di circa 5 milioni di ha troviamo piante di montagna quali Timo, Euforbia, Rosmarino, Lavanda, Artemisia, per non parlare di notevoli estensioni di foraggio e colture industriali dedicate al cotone, colza e girasole. Praticamente in Marocco le piante da miele fioriscono tutto l’anno e sono un potenziale non indifferente.

Ma nonostante questa formidabile biodiversità, il settore apistico del Marocco è sottoutilizzato in quanto è ancora predominante l'apicoltura di tipo tradizionale, dove vengono impiegate arnie rustiche ricavate da materiali disponibili in loco.

Prevalentemente si utilizzano arnie realizzate con una sagoma cilindrica del diametro di circa 45 cm per un'altezza di circa 90 cm, di tronco cavo o di canne o corteccia di sughero di quercia, sigillate e impermeabilizzate con sterco di bovino o di asino.
Chiuse ai lati con coperchi realizzati con lo stesso materiale. Ci ricordano le arnie orizzontali che abbiamo incontrato nello Yucatan a proposito delle api Melipone e quelle della Sicilia in fusti di Ferula che ospitano l'Ape mellifera siciliana.

Inoltre si riscontra una carente formazione tecnica fra gli apicoltori e ciò comporta una la bassa produttività degli alveari. Mediamente negli ultimi tre anni un alveare tradizionale ha prodotto 3-5 kg di miele (mentre gli alveari moderni riescono a produrne 10-15 kg). La produzione annua di miele oscilla tra 2.500 3,800 tonnellate l’anno, con un andamento decrescente in quest’ultimo quinquennio.

La limitata produzione del miele sta comportando l’aumento della sua importazione dall'estero. Specialmente durante il mese del Ramadan, si importano mediamente 1.300 tonnellate di miele in prevalenza dalla Cina (45%), dalla Spagna (27%) e a seguire India, Egitto, Argentina. Il prezzo di questo miele è inferiore di circa al 30% rispetto al quello prodotto in Marocco, inoltre spesso l’etichette non garantiscono la qualità del prodotto e la sua tracciabilità.
Al fine di superare le difficoltà di produzione e commercializzazione del miele, che derivano da una carente modernizzazione del settore apistico, il Governo del Regno del Marocco, ha avviato un piano, “Plan Maroc Vert (PMV)”, con il quale intende sostenere gli apicoltori marocchini dando l’obbiettivo di raggiungere per il 2020, la produzione di 16.000 tonnellate di miele.

Il PMV parte dalla affermazione che la produzione del miele nel Regno è di primaria importanza per combattere la povertà, e che a livello ecologico, le api svolgono un ruolo vitale per l’impollinazione delle specie vegetali e favorire la conservazione della biodiversità.

Da queste premesse è nato un programma “Plan Maroc Vert (PMV)” al quale si sono affiancate “’Initiative Nationale du Développement Humain (INDH)” che stanno contribuendo alla modernizzazione della apicoltura marocchina secondo questi obiettivi:

  • finanziamento agli apicoltori per passare da alveari tradizionali ad alveari moderni;
  • aumentare il numero di cooperative tra apicoltori (nel 2013 era state censite 1.508 unità con oltre 14.000 aderenti);
  • sostegno all'attività di difesa e miglioramento genetico apistico degli ecotipi locali, al fine di incrementare la produzione e mantenere la biodiversità, nonché particolare attenzione alla salvaguardia dell’'Apis mellifera sahariana;
  • sostegno all'acquisto di sciami e regine selezionati e attrezzature di produzione;
  • favorire il passaggio da una produzione di miele ad apiario fisso, ad una apicoltura pastorale, per uno sfruttamento razionale della fioritura che consenta il trasporto degli alveari nelle aree del paese particolarmente mellifere;
  • sviluppo ed creazione di nuovi istituti, centri di ricerca e di formazione, laboratori sull'apicoltura e diffusione di conoscenze scientifiche e tecniche;
  • adeguamento della normativa sull'etichettatura del miele secondo standard europei;
  • incremento e sviluppo della commercializzazione ed esportazione del miele marocchino.

Molti aspetti del programma governativo riguardano il tipo di apicoltura che si pratica nel Paese. Abbiamo visto che il tipo di arnia tradizionale, quella orizzontale, è la più usata perché rispecchia una pratica che si tramanda da generazione in generazione, e che ha lo scopo principale di produrre miele per la necessità familiari. Naturalmente questa apicoltura sedentaria, produce problematiche, e limita fortemente potenzialità, per avere miele di qualità ed una produzione che vada oltre il consumo famigliare, e che consenta una sua commercializzazione all'interno del Marocco e verso l’Europa e paesi extraeuropei. Qui si riscontra effettivamente una sottoutilizzazione delle risorse. Attualmente la distanza che percorrono le api bottinatrici per rifornirsi di polline è di 2-3 km dall'apiario fisso. Se invece, così come viene proposto dalle iniziative di Governo, si estendesse il raggio di azioni delle Api a oltre i 500 Km, abbracciando una apicoltura di tipo pastorale attraverso lo spostamento notturno delle arnie. Seguendo le fioriture nell'arco delle stagioni, si sfrutterebbe in modo più razionale e produttivo l’apicoltura, non più legata ad un uso domestico, e si favorirebbe la crescita della produzione del miele anche rivolgendo lo sguardo alla sua esportazione con notevoli ricadute positive nell'occupazione e quindi nella lotta alla povertà.

Attualmente la transumanza è poco praticata, nonostante la sua pratica favorirebbe in modo esponenziale lo sviluppo del settore. Infatti, le Api possono bottinare in primavera, tra i mesi di marzo ed aprile, nelle distese di agrumeti presenti nelle regioni di Gharb, Berkane, Tadla, Haouz e Souss; spostandosi nella transumanza, da marzo a maggio, possono prelevare nettare dalle foreste di Eucalyptus camaldulensis nella regione di Gharb; spostandosi ancora, nei mesi di giugno e luglio, nelle regioni di Beni Mellal e Azilal, il nettare lo forniscono le piante di Euphorbia resinifera; quarta transumanza, da agosto a settembre, riguarda i fiori di Euphorbia officinarum subsp, echinus e Euphorbia regis-jubae, che si trovano nella regione di Souss-Massa.

In sostanza una pratica ottimale sarebbe seguire l’andamento stagionale delle fioriture, praticamene per tutto l’anno, con la transumanza dalle pianure alle montagne, ciò contribuirebbe allo sviluppo della apicoltura e della produzione. Il “Plan Maroc Vert (PMV)” messo in campo dal Governo del Marocco, ha il pregio di fotografare lo stato dell’apicoltura marocchina evidenziandone le criticità che abbiamo visto, e favorire investimenti e politiche rivolte al superamento della pratica apistica tradizionale per arrivare ad una più professionale e produttiva. Ma da soli questi investimenti non sono sufficienti, hanno bisogno di rapportarsi ad esperienze più avanzate che provengono dall'Europa. Per questo dal 2011 si sta organizzando in tutto il Marocco, lavorando di villaggio in villaggio, per rendere la pratica apistica più razionale e produttiva, “l'Union des Apicultures au Maroc”. L'U.Api.M., associazione degli apicoltori marocchini, è entrata a far parte della Mediterranean Beekeeping Forum, associazione di apicoltori del Mediterraneo, fondata in Umbria, a Foligno, dalla Associazione Apistici Umbri, inoltre ha aderito ad APIMONDIA , organismo internazionale delle associazioni di apicoltori che promuove lo sviluppo del mondo apistico nei suoi contenuti culturali, scientifici, ecologici ed economici, promuovendo e favorendo la cooperazione.



L'Unione Europea finanzia il progetto “Mediterranea CooBEEration: una rete per l'apicoltura, la biodiversità e la sicurezza alimentare”, in sostanza si favoriscono iniziative per avvicinare gli apicoltori del Macreb e la loro apicoltura all'Europa.

Con l’aiuto europeo, che si affianca alle iniziative del governo marocchino, si stanno mettendo in campo interventi per salvare le api del Magreb. Tra le diverse attività, è da segnalare che dal 2017, nella regione Tanger-Tétouan-Al Hoceima nel Nord del Marocco, è in corso di svolgimento una missione di assistenza tecnica da parte di APAU, l'associazione degli apicoltori dell'Umbria, verso 20 apicoltori locali per apprendere le tecniche di allevamento delle api regine e sulla lotta alle malattie delle api come il blocco di covata e l'impiego dell' acido ossalico per combattere l'acaro “varroa destructo”. Progetti inoltre sono stati messi in campo per contrastare l'introduzione, da parte di alcuni apicoltori, di specie diverse da quelle autoctone, come l'Ape nera di Tipo Tellian, notoriamente aggressiva, che stanno compromettendo la purezza delle api locali e determinando in molte aree del Paese la scomparsa.

Avviandomi a concludere questo post, mi viene da fare un’ultima considerazione. Da quanto esposto, possiamo dire che l’apicoltura marocchina è insufficientemente strutturata, e che le politiche di sviluppo del settore apistico messe in campo dal governo del Marocco, e gli aiuti che provengono dall'Europa e da associazioni di Apicoltori Italiani, sono senza dubbio importanti ma non sufficienti se, prima di tutto, gli apicoltori marocchini non prenderanno consapevolezza del loro ruolo nell'economia agricola ed economica del Paese, e faranno un adeguato salto in avanti verso una pratica apistica moderna, tecnologicamente avanzata e produttiva.


Fonti
L’apiculture au Maroc: focus sur la production de miel
Fédération Interprofessionnelle Marocaine de l’Apiculture (FIMAP)
Ape gialla del Sahara


Tutte le foto/disegni sono di mia proprietà



banner_phage93_edit.png
Immagine di mia proprietà, realizzata da @pab.ink un ringraziamento speciale al team di @DaVinci.art


H2
H3
H4
3 columns
2 columns
1 column
2 Comments