Vi presentiamo la traduzione in italiano del post di @aboutcoolscience intitolato Herbal medicine #1: Valeriana officinalis
Traduzione a cura di @imcesca revisionata dal @davinci.polyglot team.
Erbe medicinali #1: Valeriana officinalis
I nostri progressi in medicina non si sono sviluppati sottovuoto. Cure e trattamenti non sono stati sviluppati semplicemente come risultato del genio di qualche studioso o guaritore, ma sono dipesi anche in buona parte dalle circostanze del mondo naturale. Il clima, il paesaggio e la presenza di acqua non hanno solo modellato le basi economiche delle civiltà primordiali, ma hanno fornito ai nostri antenati una sorprendente varietà di piante.
Questo non significa solo più cibo, giacché le piante sono fabbriche naturali di diversi composti chimici, con una vasta gamma di effetti biologici. Nel tempo, mediante tentativi successivi, abbiamo imparato ad usare alcune piante per scopi medici e, forse non lo sapete, ma una quantità significativa di farmaci viene tutt’oggi prodotta usando direttamente estratti di piante. In quest’era di abbondanza siamo un po' viziati: i farmaci sono convenientemente dispensati sotto forma di pillole colorate e in un momento in cui la stampa 3D di pillole personalizzate per ciascun paziente è quasi una realtà, il concetto che qualche tempo fa le piante fossero la principale fonte di cura sembra un'idea aliena. Eppure, succedeva solo 70 anni fa e la maggior parte dei nostri nonni dovrebbe ancora ricordarsene. Soprattutto durante le guerre, quando i farmaci prodotti in laboratorio erano scarsi, era pratica comune usare le piante per trattare i pazienti.
Perfino nel 1993, durante la guerra in Bosnia, in un paese che oggi consideriamo moderno, gli ospedali di Sarajevo avevano finito le medicine e i medici si erano ritrovati in una situazione particolarmente difficile, dovendo curare soldati e civili in preda a dolori angoscianti. Senza antidolorifici, decisero di usare la valeriana (valeriana officinalis) come antidolorifico e anestetico. Sfortunatamente per i pazienti, la valeriana è decisamente inadeguata come anestetico, quindi somministrandogliela i medici stavano facendo poco per ridurre il loro dolore, inducendo loro esclusivamente sonnolenza.
Tuttavia, la valeriana ha diverse proprietà interessanti e in questo post proverò a riassumerne alcune. Ma prima un breve avvertimento: questo è semplicemente un post su un blog a scopo educativo e non un medico in grado di prescrivere una cura, come per qualsiasi cosa si legga online dovreste prenderlo con le pinze e consultare il vostro medico curante se avete ulteriori domande.
Iniziamo dal suo nome, che in latino era valeriana officinalis. La parola valere in latino significa “essere sani”. Già questo dovrebbe essere uno spoiler di ciò che sto per dire.
La valeriana officinalis è una pianta che può crescere in diversi climi e può essere trovata un po’ ovunque in Europa. Gli ingredienti attivi possono essere trovati negli olii, solitamente estratti dalle radici. Le sostanze chimiche principali negli olii sono:
- Acetato di bornile
- Acido valerenico
- Acido acetossivalerenico
- Valerenale
Tutti questi composti sono chiamati collettivamente estratti di valeriana. Il primo errore che le persone fanno è presumere che tutte le piante di valeriana abbiamo gli stessi effetti biologici. Invece, in particolare le concentrazioni di acetato di bornile possono variare dall'1 al 33% a seconda del tipo di pianta e del clima di crescita.
Di solito gli olii di valeriana officinalis contengono tutti i composti dei gruppi degli estratti di valeriana, che sono responsabili degli effetti sedativi della valeriana. Tuttavia, è comune che i prodotti commerciali siano derivati dalla valeriana edulius, che generalmente non contiene tutti gli estratti di valeriana ed è quindi meno efficace (in pratica, è una truffa).
La valeriana venne usata sin dal Medioevo come sedativo e nell'800 era un popolare tranquillante e un rimedio per i disturbi del sonno. Sfortunatamente per i soldati feriti durante la prima guerra mondiale, era anche usato come anestetico. Immagino che non avessero molte altre opzioni, a quel tempo.
Quindi come funziona la valeriana?
L'acido valerico contenuto negli estratti di olio dalle radici inibisce gli enzimi che abbattono il neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA), prolungandone l’emivita (Cavadas et al. 1995).
E qual è il ruolo del GABA?
Il GABA diminuisce l'eccitabilità neuronale, avendo quindi un effetto sedativo, ipnotico, miorilassante e ansiolitico.
Quindi... quali sono gli usi degli estratti di radice di valeriana?
Generalmente, può essere usato per alleviare i sintomi dei crampi mestruali, per accelerare il sonno o semplicemente come tranquillante o per alleviare lo stress e l'ansia (Cott 1995). Alcune persone lo usano anche nella vasca da bagno (100 g di radice mescolati con 2 l di acqua calda e aggiunti al bagno). Tuttavia, questo dovrebbe essere evitato durante la gravidanza.
Ovviamente, a causa dei loro effetti sedativi, gli estratti di olio di valeriana amplificano anche gli effetti di barbiturici, benzodiazepine e altre erbe con effetti sedativi come erba gatta, luppolo, kava, passiflora e zucchetto.
Se la valeriana può essere usata come sedativo perché non ne ho sentito parlare di più?
Perché dagli anni '50 con l'introduzione di tranquillanti sintetici come i barbiturici e pochi anni dopo le benzodiazepine, la cara vecchia valeriana improvvisamente non era più così entusiasmante.
Cosa dice la scienza sulla valeriana?
Beh, non ci sono molti studi, ma hanno fatto uno studio in cui 128 volontari con insonnia hanno preso 400 mg di un estratto di radice di valeriana o un placebo solo 30 minuti prima di andare a letto. Tutti i pazienti che hanno preso l'estratto, in particolare le donne di età inferiore ai 40 anni, sono riusciti ad addormentarsi più velocemente e si sono svegliati meno volte durante la notte. Anche altri studi sono successivamente riusciti a replicare questi risultati (Kammerer 1993; Leuschner, Müller e Rudmann 1993; Lindahl e Lindwall 1989; Wagner, Wagner e Hening 1998).
Rischi:
Non ci sono molti rischi di tossicità nell'uso della valeriana. Si dovrebbe fare attenzione a non prendere la valeriana se si stanno già assumendo sedativi e anche le donne in gravidanza dovrebbero evitare di usarla. Tuttavia, la Farmacopea degli Stati Uniti generalmente raccomanda di non utilizzare alcun prodotto botanico per più di 2 settimane consecutivamente ed è buona norma attenersi a tale regola anche se le piante sono considerate sicure. Ho letto che col passare del tempo l'estratto di valeriana può sviluppare un odore sgradevole, ma questo non significa che l'olio sia andato male e dovrebbero comunque rimanere sicuro da usare, ma meglio conservarlo in un posto dove si può essere preservati dal suo "aroma".
Suggerimenti finali
Come ho accennato nel post, i composti attivi di valeriana possono essere trovati negli oli estratti dalle radici. Pertanto, se avete in programma di preparare un tè usando le foglie di valeriana non aspettatevi un grosso effetto a meno che non stiate contando sull'effetto placebo. Perché?
Prima di tutto, se i composti attivi sono negli oli, non si mischieranno certo con l’acqua e quindi difficilmente si scioglieranno in un tè, secondariamente, gli olii con gli estratti di valeriana sono nelle radici, quindi dubito otterrete un qualche beneficio dalle foglie. Se però vi piace semplicemente il sapore del tè, quello è un altro paio di maniche.
Se prendete della valeriana e successivamente decidere di andare a fare un giro in macchina, potreste ritrovarvi nei guai. Se vi fermassero, infatti, potreste essere accusati di guida sotto l’effetto di stupefacenti. Perché, di fatto, avete assunto una droga in grado, molto probabilmente , di aumentare i neurotrasmettitori GABA nel vostro cervello, il che potrebbe farvi sentire alternativamente “alticci” o assonnati. Guidare dopo aver assunto valeriana non è decisamente una buona idea. La valeriana dovrebbe essere assunta solo prima di andare a letto.
Fonti
- Cavadas, C et al. 1995. “In Vitro Study on the Interaction of Valeriana Officinalis L. Extracts and Their Amino Acids on GABAA Receptor in Rat Brain.” Arzneimittel-Forschung 45(7): 753–55. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8573216.
- Cott, J. 1995. “NCDEU Update. Natural Product Formulations Available in Europe for Psychotropic Indications.” Psychopharmacology bulletin 31(4): 745–51. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8851648.
- Kammerer, E. 1993. “[Phytogenic Sedatives-Hypnotics--Does a Combination of Valerian and Hops Have a Value in the Modern Drug Repertoire?].” Zeitschrift fur arztliche Fortbildung 87(5): 401–6. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8322467.
- Leuschner, J, J Müller, and M Rudmann. 1993. “Characterisation of the Central Nervous Depressant Activity of a Commercially Available Valerian Root Extract.” Arzneimittel-Forschung 43(6): 638–41. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8352816.
- Lindahl, O, and L Lindwall. 1989. “Double Blind Study of a Valerian Preparation.” Pharmacology, biochemistry, and behavior 32(4): 1065–66. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2678162.
- Wagner, J, M L Wagner, and W A Hening. 1998. “Beyond Benzodiazepines: Alternative Pharmacologic Agents for the Treatment of Insomnia.” The Annals of pharmacotherapy 32(6): 680–91. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9640488.
- Libro 1: https://books.google.com/books/about/The_Modern_Herbal_Dispensatory.html?id=NY2xCwAAQBAJ
- Libro 2: https://goo.gl/4o5VKr
- Libro 3: https://goo.gl/z3EyTV
- Libro 4: https://goo.gl/C67MyH
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