Come detto in passato, io adoro viaggiare. Adoro vedere nuovi posti, conoscerne la storia, immedesimarmi nelle persone... ma la cosa che mi piace di più è mangiare. Turismo gastronomico: una vacanza all'estero non si può definire tale se non sono riuscito ad assaggiare i sapori autentici del paese che sto visitando.
In questa prima parte, cercherò di parlarvi della mia esperienza nel fantastico mondo del cibo giapponese.
Il Sushi
Qual è la prima cosa viene in mente a noi occidentali quando si parla di "Ristorante giapponese"? Sushi, è ovvio.
Cominciamo quindi il nostro viaggio nella gastronomia nipponica con il piatto che più li ha resi famosi all'estero.
I più smaliziati conosceranno la differenza tra i vari tipi di sushi: nigiri, roll, maki, uramaki, temaki e chi più ne ha più ne metta. Alla fine sono sempre la stessa cosa: riso e pesce, solitamente crudo. Detto così sembra semplice, ma non lo è per niente: nella terra del sol levante, il sushi è arte.
Sushi misto in un famoso ristorante di Tokyo
E' scontato dirvi che abbiamo mangiato diversi sushi durante il nostro viaggio (tranne quello di pesce palla, mia moglie aveva troppo paura di diventare prematuramente vedova). La prima cosa che ti conquista è la preparazione: i cuochi lavorano di fronte a te, mentre modellano il riso, tagliano il pesce e te lo impiattano. La preparazione è di per se uno spettacolo, ma questa prerogativa è vera di tanti altri stili di cucina giapponesi. La varietà di pesce che puoi scegliere è ampissima e vi consiglio di "osare" il più possibile: tanto è scritto tutto in giapponese e non ci capirete niente.
Kaiten Sushi - il tipico ristorante con i piatti di sushi che ti scorrono davanti, a Kyoto
La seconda cosa che colpisce, ma te ne accorgi solo quando cominci a mangiare, è la differenza nelle materie prime. Rispetto ai ristoranti in Italia, il pesce servito ti si scioglie in bocca. Il sapore è sublime e la consistenza mai provata prima. Il culto della perfezione c'è anche nello scegliere il pesce: in Giappone hanno quattro o cinque tagli diversi di tonno, il migliore dei quali può costare anche il quadruplo rispetto ai meno pregiati. Ma la sensazione quando lo addenti (sì, ho dovuto per forza provarlo nonostante le lamentele del mio portafoglio) ti fa assolutamente dimenticare dei soldi spesi.
C'è anche un lato negativo però: dopo la vostra visita, non riuscirete più a gustare il sushi in Italia come una volta.
Il Bento
I giapponesi raramente pranzano a casa. Che sia a scuola, al lavoro, all'università o in treno durante un viaggio, sono soliti mangiare dove possono. Quando succede, se non hanno avuto il tempo per prepararselo a casa, solitamente comprano un Bento.
Tipico bento preconfezionato acquistabile nelle stazioni del treno
Mia moglie li adora: è possibile scegliere diversi tipi (quelli con sushi, quelli con carne, con pesce, solo verdure, con fritti, stile cinese, con curry e così via) ognuno con il proprio prezzo che varia dai 1000 a 2500 yen (più o meno da 7 ai 20 euro). Ovviamente in ogni negozio c'è una perfetta riproduzione dell'interno (in plastica, ceramica o chissà cos'altro) per cui puoi farti un'idea di cosa andrai a mangiare.
Ma quando lo apri è una festa: tante cose da assaggiare, con forme tanto "kawaii" (carine) ed anche se sembra poco, è il quantitativo perfetto per sfamare una persona media. Certo, non avrete la benché minima idea di cosa state mangiando per un buon 20-30% delle portate presenti (ci sono chiarissime indicazioni in giapponese per chi è in grado) ma non fa niente perché erano buone e non ci siamo sentiti male.
Okonomiyaki
L'Okonomiyaki è una frittatona piena di qualunque cosa la mente umana possa immaginare (verdure, uova, pasta, carne, pesce e altri ingredienti alieni) cotta su una piastra. Fate attenzione a non scottarvi, perché la piastra è sia il posto dove cuoceranno i vostri Okonomiyaki, sia il piatto dove li mangerete!
Okonomiyaki, stile di Hiroshima
Anche qui, come quasi sempre nei ristoranti Giapponesi, il piatto vi viene preparato e cucinato davanti. Gli Okonomiyaki sono un piatto tipico del Kansai (l'area di Kyoto e Osaka per intenderci) dove viene cucinato e mischiato "tutto insieme". Nell'area di Hiroshima invece, viene cotta una specie di crepe nella quale vengono messi al suo interno gli altri ingredienti. Entrambe le versioni sono buonissime, ed in tutte e due le città si mangiano alla stessa maniera: con una spatola in miniatura! (per chi conosce "Ranma 1/2", è quella che usa Ukyo per combattere).
Okonomiyaki, stile di Kyoto: sulla destra, mia moglie tenta l'assalto all'arma bianca
Nel ristorante a gestione familiare che abbiamo visitato a Kyoto (composto da una cucina e cinque coperti) oltre allo spettacolo culinario si sono offerti anche di farci una foto... in Giappone i ristoranti di questo tipo sono molto frequenti, in ogni angolo delle città più caotiche è possibile trovare un "buco" dove a cucinare c'è la nonna, a servire i nipoti e si mangia divinamente
Il Ramen
Non c'è anime o manga giapponese dove uno dei protagonisti, almeno una volta, non mangi una bella ciotola di ramen fumante. Mi vengono in mente Naruto, Dragonball, a volte l'ispettore Zenigata di Lupin III, praticamente in ogni film di Miyazaki c'è qualcuno che ne mangia... molto più del sushi, il ramen è il piatto che simboleggia il Giappone, un piatto che trasmette calore, bontà e (non è da sottovalutare) è possibile acquistare ad un prezzo irrisorio.
Ramen mangiato a Tokyo, nei tipici ristoranti con i banconi lunghi e la gente che mangia di fretta
Sì perché in Giappone una ciotola di ramen grande, abbastanza da sfamarti a pranzo o a cena, costa circa 500 yen (poco più di tre euro). Nelle metropoli come Tokyo o Osaka puoi trovare grandi ristoranti di ramen con decine di coperti, o minuscoli posti dove i cuochi scolano gli spaghetti davanti a te e li sbattono senza tante cerimonie nella ciotola in un brodo di miso bollente, condendo il tutto con uova, maiale e cipollotti freschi. Buonissimo.
Unica cosa che potrebbe stranire l'italiano di passaggio: in Giappone è uso (e, volendo, abuso) far rumore mentre si mangia il ramen. Il cosiddetto "risucchio" è considerato un complimento per il cuoco perché testimonia l'apprezzamento dei clienti! Dopo venti giorni di Giappone abbiamo cominciato a farlo anche noi superando la vergogna... ma sopratutto, per non offendere gli chef che dopo un po' avevano cominciato a guardarci male. Non volevamo fare la fine dei clienti nel celebre film di Fantozzi, per intenderci.
Mi raccomando, tutto sempre CON LE BACCHETTE!
Terminiamo qui questa prima parte del nostro viaggio nella cucina dei Samurai dopo aver esplorato i loro piatti forse più famosi. Prossima settimana, se tutto va bene, daremo uno sguardo alla meravigliosa cucina Kaiseki (dove lo spettacolo non è solo per le papille gustative, ma anche e sopratutto per gli occhi!), un po' di cucina locale e le colazioni (con il famoso aneddoto delle vongole e, purtroppo, non solo quello...)
Per chi si è perso l'intervento precedente:
Next week -> Si mangia di nuovo -> @gianluccio
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