Cos'è un Onsen?
Chiudete gli occhi per un attimo e pensate al concetto di "Terme in Giappone".
Anche chi non conosce così bene il paese riesce ad immaginarle: uno specchio d'acqua calda, incassato tra le rocce di quello che poteva essere l'antico letto di un fiume. Il fumo che si alza dalla superficie in morbide e pigre volute. Le canne di bambù da un lato, a creare una specie di recinzione, dall'altro un grande albero di acero con le piccole foglie che dondolano nel vento. Profumo di bosco ed il canto degli uccelli.
Ecco: avete appena immaginato un Onsen.
Gli Onsen fanno parte della cultura Giapponese, almeno quanto il sushi, i samurai o le geisha; il concetto di Onsen richiama tutta una serie di tradizioni, consuetudini e rituali completamente alieni alla nostra mentalità occidentale (ma questo vale per tantissime cose nel paese del sol levante, ed alla fine è una delle cose più belle!).
Yubara onsen - click for source
La paura del turista in Ryokan
Ovviamente io e mia moglie partimmo con l'idea di farci ASSOLUTAMENTE un bagno in Onsen; in agenzia di viaggio chiedemmo espressamente almeno un Ryokan con piscina termale privata. Oltre ad essere una cosa molto da "Luna di miele", era anche un'occasione che non avremmo potuto più permetterci, considerato il costo medio del servizio.
Insomma, è una cosa da mettere in lista di nozze.
Il Ryokan è di per sé un luogo incantato: ovunque passi, tutti i membri dello staff si inchinano a 75 gradi (in Giappone anche la "profondità" dell'inchino è indice di rispetto: 75 gradi è un bel po') e non si raddrizzano fino a quando non sei uscito fuori dal loro campo visivo. La nostra cameriera privata (vedi post precedente) ci ha spiegato tutte le consuetudini con decine di inchini: via le scarpe quando si entra nella struttura, come indossare lo yukata, come approcciare il pasto e quando sarebbero venuti a stendere il futon. Ad ogni giro di spiegazioni un "Thank you" (che pronunciano "Zenkyou"): ancora non ho capito perché in Giappone le cameriere ringraziano i turisti per aver capito quello che stanno dicendo.
Avete mai visto "La città incantata" di Hayao Miyazaki? Ecco, se non l'avete mai fatto andatevelo a vedere, perché descrive meglio di mille parole l'atmosfera di un Ryokan con Onsen... ed anche perché è un capolavoro dell'animazione.
Comunque, avevamo una gran paura di fare qualcosa di sbagliato: così in quel pernotto evitammo l'Onsen pubblico e ci limitammo ad usare la nostra vasca privata.
Almeno la prima volta volevamo stare tranquilli, senza nessuno che potesse giudicarci per la tipica maleducazione da Gaijin...
Vasca termale in terrazzo - foto dell'autore
L'Onsen: divieti e consuetudini
Bellissime le terme in camera, ma noi siamo andati in Giappone con lo scopo di assaporare la loro cultura ed inebriarci delle loro tradizioni: così prendemmo coraggio e nel Ryokan successivo (dove non avevamo una vasca privata) decidemmo di affrontare l'Onsen pubblico.
"Beh semplice" direte voi "Si va nelle vasche col costume, ci si fa il bagno e via".
Niente di più sbagliato.
Prima lezione sull'Onsen: l'acqua è CALDISSIMA. Si va dai 40 ai 45 gradi di temperatura, quindi la nostra raccomandazione è di andarci piano: entrate piano in acqua facendo abituare il corpo, restate immersi per poco tempo e fate attenzione quando si esce (la pressione si abbassa molto con il calore e se ci si alza in piedi velocemente si rischia il giramento di testa con conseguente capitombolo).
Non prendete come esempio i Giapponesi (sopratutto le persone anziane): loro riescono a stare immersi per un'ora ed uscirne perfetti. Io dopo dieci minuti ho dovuto chiamare Greenpeace per farmi tirare su.
Secondo divieto più o meno assoluto (anche se col tempo questa consuetudine si è un po' ammorbidita): non si può entrare nell'Onsen se si ha uno (o più) tatuaggi. Poco importa che siano piccoli, grandi, rappresentanti una farfallina o un drago. Questo perché i tatuaggi sono spesso associati alla Yakuza (la mafia giapponese) ed i proprietari termali non vedono di buon occhio la loro presenza.
Terza cosa molto importante: gli Onsen sono sempre divisi per sesso. Quindi scordatevi di andare a farvi il bagno con vostra moglie o la vostra fidanzata, perché non vi fanno entrare (e con buone ragioni direi, dato che ci si fa sempre il bagno completamente nudi). Ovviamente tale restrizione non ha senso per le vasche private.
Uno scorcio di natura in un Ryokan sull'isola di Miyajima - foto dell'autore
Il rituale dell'Onsen
L'Onsen, come tante altre cose in Giappone, è un vero e proprio rito: i minerali contenuti all'interno dell'acqua termale si dice purifichino la pelle ed il calore permette di espellere le tossine. Per questo l'acqua non deve essere assolutamente "contaminata" immergendovi qualunque cosa che non sia il proprio corpo.
Le regole base sono le seguenti:
- Nello spogliatoio si lasciano tutti i propri vestiti e si entra con solo un asciugamano piccolo.
- Nei pressi della vasca è presente un'area dove potersi lavare con acqua e sapone: bisogna essere perfettamente puliti prima di immergersi.
- Una volta puliti, si entra lentamente nell'acqua: ATTENZIONE a non immergere l'asciugamano! Il suo scopo, oltre a poterci coprire nel tragitto dalle docce alla vasca, è quello di asciugarci il sudore durante il bagno. Per questo alcuni se lo legano in testa, altri invece lo lasciano piegato sul bordo della vasca.
- Come detto precedentemente, l'acqua è MOLTO calda. Per questo bisogna muoversi molto lentamente nella vasca, evitare di stare immersi per più di 5-10 minuti ed alternare il bagno con brevi periodi fuori dall'acqua. Questa differenza tra caldo e freddo, oltre ad essere necessaria per non svenire, migliora la circolazione.
- Bisogna fare silenzio. Le persone vengono nell'Onsen per riposarsi e per lasciarsi i problemi della giornata, è irrispettoso mettersi a urlare o, ancora peggio, giocare con l'acqua schizzandosi o nuotando.
- Finito il bagno si esce dalla vasca in silenzio e ci si lava di nuovo con acqua e sapone nell'apposita zona.
- Ci si asciuga al meglio con l'asciugamano piccolo in modo da non lasciare pozze d'acqua negli spogliatoi.
- Ci si cambia e si torna in stanza, belli rilassati e con la pelle morbidissima.
I macachi giapponesi sono tra i più grandi fruitori delle terme..! - click for source
Quanta fatica per farsi un bagno nell'acqua calda, eh? Eppure la combinazione tra il tepore che ti abbraccia, i minerali rigeneranti nell'acqua e questa sorta di "magia" intorno agli Onsen li rendono un'esperienza indimenticabile... una delle cose di cui abbiamo sicuramente nostalgia.
Considerazioni finali
Anche il Giappone si sta modernizzando, o per meglio dire "occidentalizzando". In uno degli hotel dove abbiamo pernottato ci è capitato di assistere a gruppi di ragazzi giapponesi che facevano schiamazzi, si schizzavano l'acqua o che entravano in vasca senza essersi prima lavati.
Il mio consiglio è quello di non prenderli come esempio: prima di tutto per rispetto delle persone, magari un po' più anziane, che vogliono rilassarsi e che seguono pedissequamente le regole precedentemente esposte (probabilmente da anni o da decenni).
In secondo luogo perché il Giappone è ancora un paese diffidente rispetto ai turisti, soprattutto nei piccoli villaggi rurali; è un paese che ha sofferto l'invasione, che ha patito tremendamente il prezzo della sconfitta ma ne è uscito sulle sue gambe, praticamente da solo. Avere rispetto per la loro cultura, oltre ad un atto dovuto di civiltà, è anche un modo per avvicinarci di più al loro modo di pensare, dimostrando che alla fine non siamo così diversi l'uno dall'altro.
Per rileggere i precedenti interventi sul Giappone:
- Giappone: istruzioni per l'uso
- Giappone: Sushi e cibo da strada
- Giappone: Cucina Kaiseki, manzo Hida e colazioni
Next week -> Esploriamo insieme il lato nascosto di Tokyo -> @gianluccio