E' sempre complicato richiamare alla memoria le sensazioni di un evento passato. Ne rimane una flebile ed impalpabile traccia, che come una chiave segreta riattiva i nostri sensi, ma inevitabilmente qualcosa viene perso. Eppure basta poco, un odore, un sapore, una canzone, ed ecco che una marea di dettagli anche insignificanti ti si accavallano tra i ricordi.
E ti trovi a rivivere ciò che hai vissuto in prima persona, ma con la prospettiva dello spettatore, raccontando a te stesso una trama già conosciuta, ma che ti fa piacere ripercorrere perchè sono parte della tua storia personale. Per molti un lampone è solo quel frutto rosso con il suo caratteristico sapore acidulo, per noi rappresenta la fatica e la soddisfazione di aver lavorato la terra in una fattoria con il suono della pioggia che tamburellava sulle nostre cerate.
Ci è capitato di fermarci davanti alla vetrata di una palestra a fissare atletiche signore dai scaldamuscoli sgargianti, ma nella nostra mente si materializzava la truppa di donne rambo che si esercitava nel salotto di una casa ostello cilena che sbandava e cigolava al ritmo del terremoto.
Un passo più in la e nella successiva vetrata vediamo stressate madri di famiglia intente a trovare conforto nella meditazione, ed a noi appare vivida l'immagine di Tamara che medita di fronte al fumante vulcano Chaiten.
Volgiamo lo sguardo dall'altra parte della strada, dove un gruppetto di ragazzi sta appollaiato su un balaustra in attesa del bus, ed in una frazione di secondo ritorniamo sul ferry che attraversa un fiordo cileno, respirando la brezza marina saldamente aggrappati allo scorrimano.
Certo le esperienze ci plasmano, forgiano e definiscono, ma forse non siamo la loro somma, ma piuttosto quella delle nostri ricordi e sensazioni.
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Racconti di viaggio - 1a parte